La mappa del GPP in Europa

12 Settembre 2016

Simona Faccioli, di Remade in Italy – associazione che collabora alla realizzazione del Forum CompraVerde-BuyGreen 2016 – ha pubblicato su Materia Rinnovabile un’interessante mappa, in cui fotografa il livello di attuazione del Green public procurement nei 28 paesi UE.

Il livello dell’attuazione, ai fini di questa ricognizione, si basa su tre indicatori: esistenza di una pianificazione nazionale sul GPP; settori di acquisto per i quali sono stati definiti i criteri ambientali, obbligatorietà delle misure introdotte. 

Dalla mappa emerge che in Italia siamo tra i più virtuosi d’Europa!

Trovate l’articolo completo su materiarinnovabile.it

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Il passo più importante all’interno del panorama della rendicontazione ESG europea è stato finalmente compiuto. Dal 25 settembre 2024 è entrato ufficialmente in vigore il decreto di recepimento italiano, D.Lgs. 2024/125 (pubblicato sulla GU n. 212 del 10 settembre 2024) che attua la Direttiva 2022/2464/UE (nota come Corporate Sustainability Reporting Directive o CSRD), relativamente alla rendicontazione societaria di sostenibilità. Ma a chi dovrebbero interessare le nuove regole e da quando verranno applicate?

Sport e ambiente, in Italia partire dalla progettazione di stadi ecosostenibili

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Uno stadio di calcio della massima serie può consumare fino a 8 milioni di chilowattora di elettricità e fino a 100mila metri cubi di acqua. Inoltre, genera fino a 6,81 chili di rifiuti per spettatore, per un totale di circa 750 mila tonnellate di rifiuti a fine stagione. Questa la fotografia scattata durante l’ultima edizione del Forum Compraverde Buygreen dove non sono mancate le proposte e le buone pratiche in corso per uno sport sempre più sostenibile. A partire, appunto dalla progettazione degli stadi ecosostenibili fino alla realizzazione degli eventi a basso impatto ambientale.

Parigi 2024 tra strategie per il clima e greenwashing, cosa sappiamo finora sulla sostenibilità delle Olimpiadi

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Nessun gioco olimpico può essere veramente compatibile con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi a meno che le sue operazioni complessive non vengano riformate in modo radicale. Lo conferma uno studio sulla strategia per il clima delle Olimpiadi di Parigi realizzato da Carbon Market Watch, un’organizzazione di ricerca non profit e dall’associazione francese Éclaircies. I dati ufficiali e completi sulle emissioni saranno diffusi in autunno, ma lo studio riporta già alcuni meriti e altri aspetti insoddisfacenti.