Resilienza e ripresa. Sono queste le parole chiave che il piano di investimenti varato dal Governo Draghi, grazie alla pioggia di miliardi che arriveranno nei prossimi anni dall’Unione Europea, stanno occupando sempre più spazio nel dibattito politico e non solo all’interno del nostro Paese.
Il Covid ha rappresentato uno “stop”, un colpo di spugna – speriamo definitivo e perentorio – su un modo di pensare e di fare impresa che ha portato gli Stati ad un punto di non ritorno. Per risollevarsi, per rimettere in modo un’economia già fiaccata prima della pandemia – con un calo del Pil globale stimato di quasi il 5% – la strada da percorrere è quella degli investimenti sostenibili, non solo dal punto di vista ambientale ma anche sociale.
Al netto della tragedia delle perdite umane, il Covid sta dando un’opportunità alla società in cui viviamo. Questa opportunità è racchiusa in quello che è ormai noto come il “green new deal”, termine mutuato dal neopresidente americano Joe Biden sulla traccia di quanto fece un suo illustre predecessore negli Anni ’30, Franklin Delano Roosvelt.
Investimenti green e inclusività
Costruire infrastrutture eco-sostenibili e sposare una politica aziendale che annienti le differenze, ma soprattutto metta da parte scelte che fino ad oggi hanno solo alimentato il gap tra alcune fasce della popolazione e all’interno di esse ha mantenuto costante lo svantaggio tra sessi.
La riduzione delle emissioni di Co2, insieme a una “gender equality” vera stella polare dell’azione sia nel pubblico sia nel privato, sono due scelte che oltre a creare un vantaggio ambientale e sociale, generano profitto. Capirlo comporterebbe un balzo in avanti nella mentalità imprenditoriale e significherebbe al contempo spingersi sempre più avanti nel cammino che porta alla salvezza del mondo in cui viviamo.
La visione di Bruxelles
D’altronde è la stessa Bruxelles che ha indicato la strada da percorrere, stabilendo che il 37% dei fondi di “NextGenerationEU” vengano spesi dagli Stati membri in progetti a supporto di traguardi climatici. Parliamo di quasi 250 miliardi di euro degli oltre 670 contenuti dal piano.
Mitigazione dei cambiamenti climatici, adattamento ai cambiamenti climatici, uso sostenibile e protezione delle acque e delle risorse marine, economia circolare, prevenzione e riduzione dell’inquinamento, protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi: questi sei obiettivi sono alla base del piano di Bruxelles, che considera incompatibile qualsiasi investimento che arrechi un danno “significativo” a uno di essi.
Sapersi muovere in questo campo, cogliendo l’occasione di cui parlavamo poco prima, farà la differenza tra il recuperare le perdite economiche e i danni sociali arrecati dall’emergenza sanitaria oppure arrendersi definitivamente, mettendosi nelle condizioni di rincorrere una crisi contro la quale ogni soluzione diventerebbe, gioco forza, tardiva se non inconsistente.