Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha avviato l’iter con l’Unione Europea sulla proposta di decreto che incentiva la diffusione di forme di autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. Secondo quanto dichiarato dal ministro Gilberto Pichetto Fratin in risposta a un question time in Parlamento, l’obiettivo è quello di arrivare alla costituzione di 15 mila comunità energetiche. La proposta di decreto dovrà attendere il via libera della Commissione Ue necessario per l’entrata in vigore.
“Abbiamo definito la proposta di attuazione delle comunità energetiche che riguardano la possibilità per imprese, famiglie, enti del terzo settore ma anche realtà come le parrocchie di produrre energia elettrica e consumarla. Ci aspettiamo oltre 15 mila nuove comunità energetiche, che porteranno un contributo significativo alle rinnovabili, oltre che un aiuto finanziario diretto visto che ci saranno risparmi sulle bollette. Si tratta di un tassello di un percorso che dovrà capovolgere la situazione energetica in Italia. Oggi due terzi della nostra energia proviene da fonte fossile e un terzo dalle rinnovabili, vogliamo invertire questi numeri entro il 2030” ha dichiarato il ministro Fratin.
Le misure previste nel decreto
La proposta è incentrata su due misure: un incentivo in tariffa e un contributo a fondo perduto. I benefici previsti riguardano tutte le tecnologie rinnovabili, quali ad esempio il fotovoltaico, l’eolico, l’idroelettrico e le biomasse.
Chi vorrà associarsi in una configurazione di autoconsumo potrà ottenere una tariffa incentivante sulla quota di energia condivisa da impianti a fonti rinnovabili. La potenza finanziabile è pari a complessivi cinque gigawatt (GW), con un limite temporale fissato a fine 2027.
Riguarderà invece solo le comunità realizzate nei comuni sotto i cinquemila abitanti, la misura che permette l’erogazione di contributi a fondo perduto fino al 40% dell’investimento. L’intervento può riguardare sia la realizzazione di nuovi impianti che il potenziamento di impianti già esistenti: in questo caso la misura è finanziata con 2,2 miliardi di euro del PNRR e punta a realizzare una potenza complessiva di almeno due giga watt e una produzione indicativa di almeno 2.500 gigawattora ogni anno. Chi otterrà il contributo a fondo perduto potrà chiedere di cumularlo con l’incentivo in tariffa.
Gruppi di cittadini, condomini, piccole e medie imprese, ma anche enti locali, cooperative, associazioni ed enti religiosi: chi sceglierà di associarsi ad una Comunità, dovrà innanzitutto individuare sia un’area dove realizzare l’impianto con tecnologie rinnovabili che altri utenti connessi alla stessa cabina primaria.
Inoltre, sarà necessario un atto costitutivo del sodalizio che abbia come oggetto sociale prevalente i benefici ambientali, economici e sociali. Il soggetto gestore della misura è il GSE che potrà verificare preliminarmente l’ammissibilità dei soggetti interessati al fine di garantire la possibilità concreta di accedere ai benefici della misura.