Roma compie un passo decisivo nella strategia per la neutralità climatica. In Campidoglio è stato presentato il Climate City Contract (CCC), il documento che raccoglie obiettivi, investimenti e azioni per ridurre le emissioni di gas serra e accompagnare la Capitale verso una transizione ecologica strutturale.
Il Piano è stato riconosciuto dalla Commissione europea, che ha attribuito a Roma il Label del Climate City Contract, certificando la qualità del lavoro svolto dall’amministrazione. Il percorso nasce dopo l’approvazione, lo scorso gennaio, della Strategia di Adattamento Climatico ed è parte della Missione UE “100 città climate-neutral and smart cities by 2030”.
Il Climate City Contract si compone di tre elementi centrali: Piano d’Azione, che raccoglie proposte e interventi; Piano degli Investimenti, con analisi di costi e risorse; Piano degli Impegni, che definisce obiettivi, scadenze e responsabilità.
Le attività si concentrano su sette ambiti prioritari: efficientamento energetico, mobilità sostenibile, reti elettriche e rinnovabili, decarbonizzazione industriale, economia circolare dei rifiuti e forestazione urbana.
Il lavoro si basa sull’aggiornamento del PAESC (Piano di Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima), rivisto nel 2023 con un obiettivo più ambizioso: –66% di emissioni entro il 2030 rispetto al 2003.
16 miliardi di euro per la neutralità climatica
Dal 2022, anno in cui Roma è stata selezionata tra le 100 città europee a impatto climatico zero entro il 2030, sono state condotte analisi settoriali per definire una traiettoria di riduzione delle emissioni. Il CCC individua interventi e progetti per un valore complessivo di 16 miliardi di euro, tra risorse già attivate e programmate. Le azioni riguardano mobilità sostenibile, riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, sviluppo di fonti rinnovabili, gestione dei rifiuti e attuazione del Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile. Secondo le stime presentate, Roma potrebbe arrivare a una riduzione delle emissioni pari all’86% rispetto al 2003 (quasi l’80% rispetto al 1990), se verranno garantiti supporto tecnico, finanziamenti e continuità amministrativa.
Uno degli elementi più caratterizzanti del Piano è il coinvolgimento di 80 soggetti pubblici e privati: istituzioni, imprese, aziende partecipate, enti di ricerca, università, fondazioni e organizzazioni del terzo settore. Il confronto ha portato alla presentazione di 493 azioni per la neutralità climatica, che ora saranno valutate in collaborazione con Commissione Europea e Banca Europea per gli Investimenti (BEI) per l’accesso a supporto finanziario e assistenza tecnica.
I lavori in Campidoglio, ospitati nella Sala della Protomoteca, sono stati aperti dal sindaco Roberto Gualtieri e coordinati da Edoardo Zanchini, direttore dell’Ufficio Clima di Roma Capitale. Sono intervenuti rappresentanti del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, di BEI, Cassa Depositi e Prestiti, Unindustria, Fedarene e Renael.
Perché è rilevante per gli acquisti pubblici e la transizione ecologica
Il Piano Clima di Roma tocca direttamente temi centrali per il Forum:
- gli appalti pubblici diventano strumento strategico per ridurre le emissioni;
- la decarbonizzazione passa da edilizia pubblica, mobilità e servizi urbani;
- la collaborazione pubblico-privato e la formazione tecnica sono fattori decisivi;
- la sostenibilità richiede investimenti, governance stabile e competenze amministrative.
La sfida ora è trasformare il Piano in attuazione concreta: bandi, cantieri, progetti territoriali e monitoraggio delle emissioni.




